Il potere dei Mudra
La parola sanscrita mudra è tradotta con “gesto” o “atteggiamento” , i mudra quindi possono essere spiegati come gesti o atteggiamenti psichici, emozionali, devozionali. Gli antichi yogi li hanno sperimentati come modalità per incanalare e collegare la propria energia pranica individuale con la forza cosmica universale.
In questo contesto mudra può essere tradotto come “sigillo” o “circuito di deviazione”.
I mudra agiscono quindi a livello sottile, collegando il corpo fisico con il corpo energetico e mentale, e sono per questo motivo in grado di modificare stati d’animo , attitudini mentali e favorire la concentrazione.
Cosi come alcuni stati mentali come la tristezza, la gioia e la collera si esprimono attraverso gesti e posizioni del corpo, ciò vale anche in senso inverso, cioè alcuni gesti possono influenzare la psiche.
Infatti in termini scientifici, i mudra forniscono un mezzo per accedere e influenzare i riflessi inconsci e i modelli di comportamento istintivi e primari che hanno origine nelle aree primitive del cervello.
Ogni mudra instaura un diverso collegamento ed ha, in modo corrispondente, un effetto differente sul corpo, mente ed energia. Lo scopo è creare posizioni e gesti fissi e ripetitivi che possano distogliere il praticante dai modelli comportamentali istintivi e stabilire una coscienza più raffinata.
L’origine dei mudra è un mistero perché non li troviamo solo in India, ma vengono impiegati in tutto il mondo. Nei loro rituali, i nostri antenati europei erano certamente abituati a gesti specifici, che usavano per sottolineare e sigillare quello che pensavano e volevano esprimere.
Anche la nostra vita quotidiana è caratterizzata da gesti, la cui origine è praticamente sconosciuta al giorno di oggi: incrociare le dita per qualcuno, battere le mani per applaudire, e altri.
Anche nel culto cristiano, basta osservare i gesti di un sacerdote durante la messa esprimendo qui il concetto di collegamento tra gesto ed energia divina superiore. In India i mudra sono una componente riconosciuta di tutte le attività religiose o nelle danze.
Nella Gheranda Samhita, uno dei testi piu antichi dello hatha yoga, vengono contemplati venticinque mudra fondamentali, che includono posizioni degli occhi e del corpo, sigilli e bandha. Tra questi uno dei più noti nello yoga è Chin Mudra detto anche il sigillo della coscienza dove pollice e indice sono uniti.
Il pollice simboleggia la coscienza cosmica (il divino) e l’indice la coscienza individuale (umana). Lo scopo finale e principale dello yoga è quello di unire l’individuo con la consapevolezza cosmica e con questo gesto l’essere umano esprime tale desiderio o aspirazione.
Nella pratica yoga i mudra possono coinvolgere tutto il corpo in una combinazione di asana, pranayama, bandha oppure può essere una semplice posizione della mano e sono utilizzati a completamento di alcune asana oppure nelle fasi meditative o di visualizzazione.
Ma in realtà queste pratiche non richiedono sforzo fisico, si possono fare in piedi, seduti, camminando, distesi. Sono eseguibili facilmente e si potrebbero fare ovunque ma parlando di energia sottile è sicuramente di fondamentale importanza praticarli con un atteggiamento mentale sereno ed in una atmosfera tranquilla.
I momenti migliori sono in posizione seduta alla mattina appena alzati o la sera prima di andare a dormire . E’ anche un’ ottima occasione, anche, per stare un ritagliarsi un momento di silenzio e di connessione con se stessi.
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