IL CANTO PER AUMENTARE LA GIOIA NEL CUORE

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Il suono è la prima cosa che percepiamo ancora prima di nascere, quando ancora stiamo crescendo nel grembo materno. Poi alla nascita il suono è la nostra prima espressione. Poi cresciamo, diventiamo adulti, e scopriamo che la voce e il suono sono il mezzo attraverso cui comunichiamo, con cui esprimiamo gioia e dolore, con cui ci relazioniamo con il mondo esterno e con noi stessi.

Scopriamo quindi che comunicare implica ascoltare. Sentire ed esprimere suoni è dunque un attività naturale per tutti noi.

I mantra sono potenti suoni, che, se pronunciati con la giusta maniera e con la giusta intenzione, producono specifiche vibrazioni nel nostro corpo.

Queste vibrazioni hanno la capacità di influenzare positivamente lo stato fisiologico, migliorando la salute fisica, mentale ed emozionale.

Il potere del suono e del canto vedico è la sua abilità di penetrare le profondità del nostro essere, anche se non conosciamo il significato di ciò che stiamo emettendo. Questo perché il canto ci porta nella direzione della sua origine, diventando uno strumento che rende coscienti tutte le parti dove vibra in noi.

Lo scopo dello yoga secondo Patanjali è di purificare la mente e renderla degna di meditare. Per raggiungerlo usa tanti mezzi. La pratica del canto vedico, con il suo ascoltare e cercare di riprodurre il suono nella sua originaria  purezza, insieme anche al ritmo e ad  una pronuncia accurata,  favorisce l’attenzione e aiuta ad ottenere e mantenere una concentrazione mentale sempre piu acuta.

Il processo del canto vedico segue una regola molto semplice : ascoltare e riprodurre. Lo studente siede davanti all’insegnante, ascolta attentamente la sua recitazione e poi, a sua volta, recita allo stesso modo una, due o, anche, tre volte.

Questo sistema di trasmissione orale viene chiamata in sanscrito “adhyayam”. Ed è stato questo legame potente tra l’insegnante e lo studente, basato sul mutuo rispetto, fiducia e dignità, ad aiutare a preservare la purezza e la fedeltà di questi antichi testi ed a garantire la continuità di questa tradizione.

All’inizio la piu’ grande sfida è l’ascolto perché non siamo più abituati a dare un’attenzione piena solo a un suono, una volta imparato l’attento ascolto, l’allievo sente quasi subito alcuni benefici del canto vedico, la mente è più focalizzata e questo non si manifesta solo durante la pratica del canto vedico ma influisce anche sul quotidiano.

Ovviamente agli inizi sbaglieremo ma con il temo impareremo a stare a nostro agio anche quando sbagliamo e questo si proietterà anche nella vita quotidiana. Tradizionalmente i mantra in India venivano trasmessi dal maestro all’allievo fin da piccoli ed erano usati come supporto per la pratica di asana, pranayama e meditazione.

Se oggi il canto vedico è ancora praticato è grazie a  T.Krishnamacharya che, nel tentativo di mantenere in vita questa arte recitativa, ha iniziato a trasmetterlo a chiunque fosse interessato e rispettoso della tradizione e lo apri’a donne e stranieri. Il canto vedico aumenta la capacita di concentrazione, la fiducia in se stessi, e la relazione con gli altri. Per cui possiamo dire che chi canta sente la gioia nel cuore!!!!!

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