Kriya yoga,KRIYA YOGA LO YOGA DELL’AZIONE DI PATANJALI,Patanjali,via dello yoga

Patanjali definisce il Kriya yoga come quell’aspetto dello yoga che favorisce la via verso il Samadhi cioè come una introduzione al cammino descritto negli otto stadi (anga) dell’Ashtanga Yoga.

Per il saggio filosofo il Kriya Yoga non è una disciplina a sé o una branca dello yoga come in seguito sarà inteso da altre scuole, ma egli elenca semplicemente quegli atti (kriya significa letteralmente azione), quelle azioni necessarie alla via dello yoga per coloro che sono all’inizio del cammino ovvero :Tapas (pratica), Svadhiyaya (osservazione, conoscenza ) Isvara pranidhana (devozione).

Per Patanjali, quindi,  il kriya yoga è uno “yoga dell’azione consapevole” che serve a ridurre l’attività dei Klesha, ovvero di quelli che sono considerati essere l’origine di ogni sofferenza.

I klesha sono cinque:

  1. il primo è Avidya considerata la radice di tutti i klesa, ovvero l’incapacità di distinguere tra cio’ che è transitorio da ciò che è eterno;
  2. Asmita, ovvero il senso smisurato dell’ego
  3. Raga desiderio, attrazione smisurato verso gli oggetti del piacere
  4. Dvesa il contrario, repulsione, odio
  5. Abhinivesa paura della morte (o eccessivo attaccamento alla vita)

Quindi il Kriya Yoga è quell’insieme di pratiche (Tapas, Svadhiyaya e Isvara Pranidhana) adatto ad attenuare le sofferenze dell’esistenza comune e poter iniziare il percorso degli 8 anga descritto da Patanjali nei sutra successivi per procedere verso il Samadhi. Analizziamo i 3 elementi  di seguito singolarmente:

  1. Tapas: disciplina associata a quella forza particolare che chiamiamo la volontà. Gli sforzi che implica sono grandi ma devono essere graduali e commisurati e si applicano in campi molto vari. Ogni sorta di esercizio quotidiano, e non solo di asana e pranayama ma anche etico comportamentale, alimentare etc, deve essere proposto per vincere le proprie debolezze fisiche e mentali. C’è nel termine sanscrito tradotto qui con disciplina l’idea di ardore, scaldare quindi bruciare ed eliminare dal corpo cose indesiderabili, depurare, rimuovere. Patanjali cita per prima la disciplina perché la sua importanza è determinante, è la base di ogni percorso che miri allo sviluppo personale.
  2. Svadhyaya : questa seconda componente dello yoga dell’azione si riferisce ad una progressione nella conoscenza profonda di se stessi.Classicamente questa ricerca di effettua attraverso lo studio dei testi sacri e mediante la riflessione sulle istruzioni che riceviamo dalle nostre guide, all’inizio spinti da semplice curiosità per poi iniziare personalizzarlo quando il significato profondo sia diventato sua vera sostanza interiore. Se è normale che agli inizi sia uno studio un ò intellettuale, nel corso del tempo deve integrarsi con la disciplina (tapas) di cui sopra e divenire sempre più pratica. Si tratta di arrivare ad auto osservarsi capire come funzioniamo e di essere poi capaci di modificare, quando necessario, questa modalità di funzionamento. La ricerca interiore non è dunque un’accumulazione di conoscenze, ma è destinata a favorire una certa chiarezza utilizzabile nell’azione.
  3. Ishvara pranidhana: dalla pratica di isvarapranidhana (rituali con atteggiamento di resa/abbandono a Isvara), deriva la perfezione nel samadhi . Se questo atteggiamento di resa totale non fosse ancora presente, la pratica ripetuta quotidianamente finirà per svilupparlo. Il terzo aspetto dello yoga dell’azione non si indirizza, quindi, più all’intelligenza, né alla volontà, ma ad un altro piano dell’essere umano: quello del cuore. L’abbandono apre il cuore. La sua origine sta nel riconoscere ed accettare la nostra condizione umana debole e dipendente che presuppone un atto di umiltà e di mollare la prese, abbandono, non necessariamente al divino. Infatti lo yoga dell’azione può indirizzarsi benissimo agli agnostici o atei, si tratta semplicemente di sviluppare la capacità di mollare, lasciare la presa, di avere sempre più fiducia in se stessi, negli altri e non voler ricondurre tutto a  sé.

All’inizio della pratica l’atteggiamento verso le tre componenti dello yoga dell’azione varia molto da persona a persona. Alcune non sono affatto disposte all’abbandono  e ancor meno alla devozione ma si sottomettono facilmente alla disciplina. Altre molte capacità intellettuali ma poco disciplina.

Altre ancora hanno il cuore chiuso. Nei confronti dei 3 aspetti dello yoga siamo dunque tutti molto diversi, è la ragione per la quale c’è bisogno di una guida che sappia leggere a che punto sta l’aspirante yoga e guidarlo nelle difficoltà e nella progressione

Alzi la mano chi non è stressato!  Sistemi di vita sempre più frenetici stanno spingendo l’essere umano verso il caos rendendolo vulnerabile a malattie e disturbi, primo fra tutti quelli legati allo stress e all’ansia . Questo triste fenomeno è in continua crescita e colpisce un pò tutti, anche se in dosi differenti.

A tal punto che possiamo dire di esserci abituati alla sua presenza, spesso viene chiamato male invisibile o male del consumismo, ma  ciò non significa che dobbiamo ignorarlo e subirlo a testa bassa. Continua a leggere

Gli antichi yogi dicevano che l’età di una persona non si misura dal numero di anni ma dalla flessibilità della colonna vertebrale.

Per apprezzare l importanza della colonna vertebrale nella pratica è sufficiente capire a livello fisico, piu grossolano che tutto il moviemento inizia ed eè integrato attraverso l’area spinale, tutti i nervi si ricollegano alla colonna. Anche i nostri stati emotivi sono associati e situati in in diverse zona della colonna vertebrale.

A livello invece piu sottile , per lo yoga la nostra colonna è sede dei 3 canali energetici piu importanti e mantenerla ben allineata e libera da blocchi consente all’energia di scorrere senza blocchi.

Molto importante quindi mantenere flessibile ed elastica la nostra colonna e le posizioni yoga mirano proprio a questo con continui movimenti di flessione, estensione, torsione e flessioni laterali .

Puoi eseguire questa mini pratica con una posisione per ogni tipo di movimento della colonna

 

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