In sanscrito, vayu significa “aria”, “respiro” o “vento”. Secondo la tradizione yogica, nel pranamaya kosha (il corpo eterico, il corpo dell’energia vitale che non si può toccare ma si può tuttavia percepire) il prana (la principale forza energetica vitale) si divide in cinque vayu (cinque respiri principali o arie vitali) in base al movimento e alla sua direzione. Nelle Upanishad,i vayu sono indicati come “guardiani del mondo celeste”. Continua a leggere
Secondo una delle dottrine fondamentali della religione hindu, ciascuno è tenuto a perseguire un certo gruppo di valori definiti «scopi dell’uomo» (puruṣārtha), che insieme sono indispensabili al benessere del singolo individuo, della società e del mondo intero: essi sono il dharma (la legge, o norma), l’artha (l’utile) e il kāma (l’amore o desiderio). Continua a leggere
Nel primo libro degli Yoga Sutra Patanjali definisce lo yoga come un processo per purificare e calmare la mente e renderla pronta per meditare e a seguire elenca anche i vari ostacoli che si possono incontrare sul percorso. Continua a leggere
Lo yoga è una religione? E’ una domanda che molti praticanti di yoga (ma non solo) si sono posti. Lo Yoga è un religione? Lo Yoga è in contrasto con il mio sentire religioso? Devo cambiare il mio credo in favore di un altro? Non posso praticare Yoga (o pronunciare l’Om) se sono credente? Continua a leggere
I primi due “anga”, rami, che Patanjali indica negli Yoga Sutra come parte di un percorso che porta alla liberazione dalla sofferenza, riguardano indicazioni su atteggiamenti verso il mondo esterno “yama” e verso il mondo interno “niyama”. Questo perché lo yoga sostiene che anche il nostro atteggiamento verso le cose può contribuire a ridurre sofferenza. Continua a leggere
Anche se non ce ne rendiamo conto, tutto quello che facciamo è legato al respiro! Tutti i nostri atti, gesti, movimenti esterni ed interni, e le parole esprimono la qualità del nostro respiro.
Se il respiro è conscio e ritmico, anche le nostre azioni e comunicazioni saranno coscie e chiare. Al contrario, se il respiro è affannato, questa armonia viene meno e il respiro aritmico si manifesta presto in vari problemi psicofisici o relazionali. L’estenzione e la distribuzione conscia dell’energia vitale ha anche la capacità di sanare da di dentro e di riportare armonia e ritmo nel sistema.
Nella pratica dello yoga il pranayama è considerato l’incontro tra Prana e Apana. Nella Bhagavad Gita la capitolo IV si legge “ Quando Prana si offre ad Apana, e Apana di offre a Prana, questo è il Pranayama”.
Il suono è la prima cosa che percepiamo ancora prima di nascere, quando ancora stiamo crescendo nel grembo materno. Poi alla nascita il suono è la nostra prima espressione. Poi cresciamo, diventiamo adulti, e scopriamo che la voce e il suono sono il mezzo attraverso cui comunichiamo, con cui esprimiamo gioia e dolore, con cui ci relazioniamo con il mondo esterno e con noi stessi.
Scopriamo quindi che comunicare implica ascoltare. Sentire ed esprimere suoni è dunque un attività naturale per tutti noi.
I mantra sono potenti suoni, che, se pronunciati con la giusta maniera e con la giusta intenzione, producono specifiche vibrazioni nel nostro corpo. Continua a leggere
L’origine dei termini Brmhana e Langhana si trova nella medicina ayurvedica, la medicina naturale dell’India, che è strettamente associata alla pratica dello Yoga. Secondo l’ ayurveda tutte le forme terapeutiche possono essere suddivise in due grandi gruppi: quelle che nutrono il corpo, facendo sviluppare i tessuti organici (brmhana), e quelle che rimuovono sostanze dall’organismo (langhana).
Si puo dire che quasi tutti i metodi terapeutici suggeriti dall’ayurveda fanno parte del gruppo langhana visto che tendono a ridurre, eliminare qualcosa per ripristinare l’equilibrio.
Lo yoga è essere presenti , atha = adesso, ora , qui in questo momento. Nello yoga è importante essere presenti non solo con il corpo e con il respiro ma con la mente e i sensi. Questo viene chiamato samgati cioè tutti i veicoli a nostra disposizione sono coinvolti e cerchiamo di conoscerli e svilupparli armoniosamente insieme
Una presenza mentale che deve accompagnarci durante tutta la pratica. In questo contesto di grande utilità è il Bhavana. Continua a leggere
I piedi sono una parte molto importante del nostro corpo perche ci permettono di camminare, correre, stare eretti eppure è anche la parte che meno consideriamo durante la nostra giornata, li teniamo sempre chiusi dentro le nostre scarpe senza mai averne consapevolezza.
I nostri piedi sono come le radici di un albero, se non sono forti, stabile e in salute, tutto l’albero ne risentirà e non potra crescere nel migliore dei modi. Infatti Molti problemi comuni alle ginocchia, al bacino, alla colonna, alla posture possono essere causati da uno squilibrio a livello dei piedi.
La pratica dello yoga a piedi nudi ci permette invece di riacquisire consapevolezza dei nostri piedi, di imparare ad appoggiarli correttamente a terra, di camminare meglio e prevenire o risolvere tutti i problemi connessi .
I piedi diventeranno sempre piu aperti e si radicheranno meglio a terra. Tutte le posizioni yoga, soprattutto quelle in piedi, sono influenzate dalla corretta posizione attivazione dell’arco plantare dei piedi perché possono cambiare totalmente gli allineamenti del corpo.
Il pada bandha consiste nell’attivazione degli archi plantari e a salire di tutti i muscoli della gamba fino alla zona pelvica e oltre a radicare bene i piedi a terra, favorisce un’ azione drenante, migliora la circolazione linfatica ed elimina le tossine.
Per imparare ad attivare il pada bandha meglio iniziare dalla posizione in piedi.
In questo video ti mostrero come fare.