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BRMHANA O LANGHANA?

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L’origine dei termini Brmhana e Langhana si trova nella medicina ayurvedica, la medicina naturale dell’India, che è strettamente associata alla pratica dello Yoga. Secondo l’ ayurveda tutte le forme terapeutiche possono essere suddivise in due grandi gruppi: quelle che nutrono il corpo, facendo sviluppare i tessuti organici (brmhana), e quelle che rimuovono sostanze dall’organismo (langhana).

Si puo dire che quasi tutti i metodi terapeutici suggeriti dall’ayurveda fanno parte del gruppo langhana visto che tendono a ridurre, eliminare qualcosa per ripristinare l’equilibrio.

Nello yoga l’applicazione dei concetti brnhana e langhana è un ampliamento di quelli delineati nell’ayurveda ed è strettamente collegato al concetto di yoga come strumento per lavorare sull’energia sottile, per espanderla o ridurla a seconda della necessità dell’individuo.

Nel corpo, nel respiro, nella mente sono presenti coppie di opposti. Per esempio nel corpo piegamenti in avanti o indietro, nel respiro inspirazione ed espirazione, nella mente l’attività di rilassamento o energizzante.

Tra questi due opposti abbiamo nel mezzo lo stato di yoga “samana” una situazione di fusione tra l’espansione e la riduzione di energia, non è uno stato neutro bensi un equilibrio, un bilanciamento tra i due. Esiste dunque una pulsazione tra opposti che regola anche tutto il mondo (giorno-notte, freddo-caldo).

A livello di una pratica personale per controllare l’energia possiamo decidere di muoverci in due direzioni diverse, ovvero verso il polo dell’espansione oppure quello della riduzione a seconda dei bisogni.

L’azione di espansione viene chiamata brmhana, consiste nell’aggiungere ciò che manca, rappresenta la crescita, l’espansione, l’apertura, la tonificazione, l’esteriorizzazione. L’azione  di riduzione, invece, viene chiamata langhana e consiste nel togliere tutto ciò che è superfluo, rappresenta l’eliminazione, la chiusura, l’interiorizzazione, l’acquietamento.

La pratica dello yoga puo assumere quindi caratteristiche langhana o brmhana a seconda dei nostri bisogni. Se abbiamo bisogno di alleggerire, calmare ci indirizzeremo ad un pratica dove ci sia un maggior predominanza di azioni langhana, viceversa se abbiamo bisogno di energizzare, aprire ci orienteremo verso una pratica con predominanza di elementi brmhana.

Le tecniche langhana sono  per esempio l’espirazione prolungata, le ritenzioni a vuoto, le flessioni in avanti, le posizioni di chiusura, quelle supine, la moderazione e l’assenza di sforzo, il canto basso e di sillabe dolci.

Sono invece tecniche brmhana l’inspirazione prolungata,la ritenzione a pieno,le flessioni indietro, le posizioni di apertura, le posizioni in piedi, concatenate tra di loro velocemente, dinamiche, l’uso di suoni acuti e sillabe dure.

Quando una pratica di yoga non presenta una predominanza di nessuno di questi due aspetti, viene chiamata samana che vuol dire equilibrare, stabilizzare. Non è più espandere o ridurre l’energia ma è regolarla.

Non bisogna dimenticare che l’equilibrio è dinamico, varia da persona a persona, da un giorno all’altro, per cui praticare secondo questi principi richiede non solo lucidità mentale e intelligenza ma anche flessibilità e dinamicità. Ma anche una grande conoscenza ed esperienza di questi principi

Anche se nella pratica possiamo creare una predominanza di langhana o brmhana a seconda di ciò che ci è piu utile, ciascuno di questi due aspetti non può esistere in assenza dell’altro, se uno prevale, l’altro sostiene.

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